La Bce taglia il tasso sui depositi dal 2,5% al 2,25%
Un nuovo taglio dei tassi, come previsto, di 25 punti base da parte della BCE, è la settima volta da giugno scorso che viene ritoccato il costo del denaro. L'obiettivo è spingere la ripresa ma i dazi USA remano contro.

L'istituto di Francoforte ha apportato, il 17 aprile, il settimo taglio dei tassi nell'arco degli ultimi 10 mesi, con il costo del denaro sceso al 2,25%, ossia al limite superiore dell'intervallo 1,75%-2,25% che la Bce ha definito neutrale, in quanto non stimola né limita l'attività economica. La politica monetaria non è quindi più classificabile come restrittiva e il percorso di riduzione dei tassi trova sponda nel «processo disinflazionistico ben avviato». Tuttavia i dazi pesano come una zavorra che blocca l'economia e la volatilità dei mercati, che in queste settimane ha toccato i livelli della crisi finanziaria globale, è, a sua volta, un freno alla crescita, perché "inasprisce le condizioni di finanziamento", ovvero rende il credito a famiglie e imprese più costoso, anche se i tassi scendono. Tutti fattori che "possono gravare ulteriormente sulle prospettive economiche dell'area euro", è la preoccupazione della Bce.